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Viareggio e il suo Carnevale.
Visitare Viareggio per il Carnevale è una esperinza indispensabile per chi si vuole avvicinarsi alle tradizioni toscane
Ogni anno, tra gennaio e marzo, a Viareggio ha luogo la manifestazione più popolare della Toscana e conosciuta in tutt'Europa: il Carnevale.
Dal 1873, anno in cui alcuni giovani ebbero l'idea di organizzare una sfilata di maschere per ravvivare le manifestazioni carnascialesche dell'epoca, a Viareggio è iniziata una tradizione che ogni anno si è arricchita di qualche novità, e che adesso richiama pubblico da tutta Europa.
Dopo qualche anno oltre alla sfilata di maschere e carrozze comparvero anche i carri mascherati, con carattere satirico.
Questi primi carri erano pesantissimi, in quanto le figure erano strutturate in legno, scagliola, ferro e stoffa, tanto che per trainarli lungo i due corsi mascherati furono necessari i buoi.
La costruzione di questi fantastici carri in un primo tempo fu affidata al lavoro volontario dei maestri d'ascia dei cantieri navali di Viareggio, successivamente, dal 1922, fu introdotto l'uso della più leggera e maneggevole cartapesta, ed il lavoro della costruzione dei carri non fu più per il tempo libero, ma furono istituiti veri e propri laboratori, dove in gran segreto, gli artigiani della carta pesta ogni anno producevano carri sempre più originali e spettacolari, composti da enormi fantocci, talora fantastici, talora satirici, che venivano poi, fatti sfilare, tra due ali di folla in tripudio.
Nella zona a nord di Viareggio è stata costruita la cittadella del Carnevale, inaugurata nel dicembre 2001, progettata dall'arch. Francesco Tomassi, nella quale insieme al teatro ed al museo multimediale sono stati edificati appositi hangar, dove gli abili artigiani della cartapesta, in un ambiente sicuro ed idoneo, daranno vita ogni anno ai loro fantastici e complessi carri.
Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946 ripresero le sfilate dei carri e nel 1954 la televisione riprese l'evento, trasmettendolo in Eurovisione.
Così ogni anno, sotto la maschera viareggina di Burlamacco ideato nel 1931 da Umberto Bonetti, si rinnova e cresce la variopinta riunione di folla che invade allegramente Viareggio durante il periodo del Carnevale.
Genesi di Burlamacco - Maschera Ufficiale del Carnevale di Viareggio
Il Burlamacco fu dipinto sul manifesto del Carnevale 1931. Senza il nome. Prima di ottenerlo passeranno otto anni. L'ideatore della maschera e del nome, Uberto Bonetti, ha riferito che fu il Comitato Carnevale a chiedergli, nel 1930, di preparare il manifesto del 1931 e che, prova che ti riprova, si ritrovò sul tavolo da disegno un pagliaccio con un "puzzle" d'indumenti sottratti alle maschere italiane della Commedia dell'Arte: una tuta a scacchi biancorossi suggerita dal vestito a pezzi di Arlecchino, un pompon da cipria rubato dal camicione di Pierrot, una gorgiera bianca e ampia alla Capitan Spaventa, un copricapo rosso a imitazione di quello in testa a Rugantino, un mantello nero svolazzante, tipico di Balanzone. Al fianco di Burlamacco, Bonetti disegnò una figurina di bagnante, con costume castigato come d'uso negli Anni Trenta, per comunicare che Viareggio era la città del Carnevale e dell'Estate. Fu sempre il Comitato nella versione dello stesso Bonetti - a sollecitarlo a dare un nome e al pagliaccio e alla bagnante. Bonetti che perseguiva il progetto di un giornale umoristico al quale avrebbe fornito le vignette, firmandole Burlamacco, trasferì lo pseudonimo alla maschera; per la bagnante inventò il nome di Ondina. Il nome Burlamacco fu suggerito a Bonetti da Buffalmacco, pittore fiorentino e personaggio del Decamerone. Bonetti sostituì la radice "buffa" con "burla"; ma un contributo gli dovette arrivare anche dal cognome lucchese Burlamacchi, già utilizzato per il canale del porto, il Burlamacca.